che cos'è l'arredamento wabi sabi

che cos'è l'arredamento wabi sabi

articolo ricavato dal corriere della sera . e riproposto da angelo pagana.

Wabi-sabi: l’arredamento che esalta il bello dell’imperfezione

Niente è duraturo, niente è perfetto e niente è finito: i tre principi di questa filosofia orientale guidano un décor armonioso, che accetta lo scorrere del tempo e si mostra clemente con i piccoli difetti

 

Foto Nin Solis / Agenzia Living Inside

C’è qualcosa di estremamente accogliente in un ambiente che percepiamo come vissuto, intimo e autentico. Questo vuole veicolare la tendenza del Wabi-sabi, basata sul pensiero giapponese che invita non solo ad accettare l’imperfezione, ma a trovare in essa la bellezza delle piccole cose. Anche, e soprattutto, nei difetti.

Come lo stile japandi anche questo trend si sviluppa all’insegna della semplicità e trova nella natura il suo più fedele alleato. Come la natura cambia in continuazione, questa filosofia è un incoraggiamento ad accettare con consapevolezza lo scorrere del tempo.

Uno stile di vita che si basa su tre principi nulla è perfetto e duraturo nel tempo. Tutto ciò si riflette in interni che non rincorrono una perfezione impeccabile, ma che riflettono la quotidianità di chi li abita. Con una predilezione per l’asimmetria e le forme irregolari, per materiali naturali, prodotti artigianali e oggetti raccontano una storia.

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Cosa significa Wabi-sabi

Come questa filosofia non aspira alla perfezione, non si può pretendere di trovare una traduzione letterale al termine “wabi-sabi”. La prima parola, che portava con sé una connotazione più malinconica di solitudine, oggi si riferisce alla semplicità della vita in sintonia con la natura. Il termine “sabi”, invece, indica l’inesorabile scorrere del tempo e la serenità che deriva dall’accettarne la transitorietà.

Natura e imperfezione: materiali per un estetica Wabi-sabi

Dove trovare la perfetta imperfezione se non nella natura? Un equilibrio che si allontana da forme precise e levigate e che si può trovare in materiali organici. Come il legno, con le sue venature e i suoi nodi sempre irripetibili, o la pietra, con le sue forme asimmetriche e irregolari. E tra i tessili? Spiccano il lino grezzo e il cotone organico, che regalano texture e una matericità rustica e naturale.
A questi materiali si possono poi accostare oggetti artigianali, come ceramiche dai bordi irregolari o vasi in vetro soffiato. Nei prodotti realizzati a mano si possono trovare quei “difetti”, nati dal processo di lavorazione, che regalano unicità al nostro spazio.

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Foto Arch. Maria Marinina

Colori wabi-sabi: la serenità dei toni neutri

La scelta dei materiali determina le palette che dominano gli spazi arredati con questo stile. Sono le tonalità neutre a restituire quel senso di semplicità e serenità che il Wabi Sabi si propone di individuare. Sabbia, beige e toni della terra riflettono il calore della natura. Ben accetti anche i grigi e bianchi non troppo freddi. Eppure non occorre limitarsi a queste scelte cromatiche: possiamo inserire tonalità che virano dal rosa al carta da zucchero, fino al verde salvia.

La sostenibilità del wabi-sabi

La predilezione di questo stile per materiali resistenti come legno, pietra e bambù ne fa un buon alleato per chi cerca di creare spazi sostenibili. Pochi pezzi, ma di buona qualità. La spinta che questo stile di vita dà all’accettazione dello scorrere del tempo e l’invito ad abbracciare l’imperfezione, ci porta anche ad integrare nella nostra casa mobili di recupero unici e carichi di storia. Se accettiamo che nulla è perenne, se troviamo la bellezza anche e soprattutto in oggetti vissuti che portano segni di usura, saremo meno tentati dal sostituirli con frequenza.

 

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